Francesco Gallo Mazzeo

Schiera, altera, fiera, speziata, attraente, fine,
astratta, interferente, concreta, mossa, screziata,
ma poi soffice, genia, schiumata, come sognata,
narrata, verseggiata, innalzata, come Adone del
mito giardino, con Ciro passeggio e canto di gioia.

Vita di storie, tessuti di crini, testi sbagliati,
nodi di Venere, stella di punte, note di suoni,
scala di cinque, Sancte Joannes, che muta e solve,
cum album et umbram, tempo presente, tempo che passa, fantastica mole, di scala, anabasi,
scese, turbini d’oro.

Muta forma, su musa venuta, colma d’allori,
intrata, in circulo, come aureo genio, che fonda
chimere, sinderesi e grandi chiarori, passaggi fatali
da un gesto a un pretesto, ad un unicum, ogni volta,
somigliante e sfuggente, energheia,
splendor, piramide.

Colore, pieno, sfumato, tracciato, tagliato, in apoteosi,
in contrizione. Ognuno, sciamano, cercato dell’oro, ma via è stretta, scoscesa, mai priva, irta, prova, svelata e celata, improvvisa, come un disegno ch perde e trova la trama e con essa, luce.
Lucifer dico qui nesci occasum.